Editoriali

QUARTA DI CATTIVO GUSTO: si sente un leone, per la giustizia ha truccato il derby e ha preso 18 mesi di carcere

Il post sui social del condannato, ieri, assieme all'ex Presidente del Lecce Pierandrea Semeraro

LECCE - Sino alla Corte di Cassazione siamo tutti innocenti, è vero.

Però c'è il buongusto, oltre che il rispetto delle norme che regolano la convivenza civile e lo Stato di Diritto: si ha rispetto e non ci si fa beffe della verità giudiziaria e delle sentenze. Poi, e non conta neanche poco, c'è il rispetto del doloroso travaglio vissuto da decine di migliaia di tifosi che hanno pianto e sputato sangue 6 anni passando da "San Siro" e dallo "Juventus Stadium" ai campi polverosi della Prima Divisione Lega Pro e della Serie C.

Insomma, a tutto c'è un limite, imposto dal decoro. Un limite di cui si è fatto beffe, appunto, con un post sui social Carlo Quarta, un condannato in secondo grado di giudizio a 1 anno e 6 mesi di reclusione per aver truccato o tentato di truccare il derby Bari-Lecce del 2011, ma soprattutto sin qui colpevole di aver infangato l'onore e il prestigio di una società centenaria (CLICCA QUI PER RILEGGERE TUTTO SULLA CONDANNA).

E già, perchè qui delle "grasse risate" promesse da qualcun altro ci pare che sino ad oggi siano rimaste solo le "grasse risate" dei giudici sportivi e poi penali, per un complessivo bilancio di "grasse risate" di 5 giudizi di colpevolezza a 0.

E qualcuno ha il coraggio di guardare il mondo alla rovescia e parlare di leoni...

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